Tesla, vendite in netto calo: crisi di settore o cambio di rotta, cosa ci riserva il futuro?
Vedo vedo… più scelta, più tecnologia e Tesla a prezzi più accessibili
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Elon Musk si scambia regolarmente il titolo di persona più ricca del mondo con il magnate di LVMH, Bernard Arnault, e sembra che ogni frase scritta su X (ex Twitter), ogni parola pronunciata in un podcast e ogni presentazione di un nuovo prodotto/progetto abbiano un impatto diretto sull’andamento delle azioni di Tesla.
Ma se c’è una cosa che influisce realmente sul valore dell’azienda, è la quota detenuta Tesla nel mercato globale dei veicoli elettrici (EV). Nel primo trimestre di quest’anno, Tesla vantava un’enorme quota di mercato del 62% negli Stati Uniti e, stando ai dati diCounterpoint Research, ha raggiunto una quota di mercato globale del 20% nel secondo trimestre del 2023, battendo tra le altre la cinese BYD Auto che si trova al secondo posto con il 15%.
Ciononostante, gli addetti ai lavori ritengono che questa morsa si stia gradualmente allentando: la società di analisiExperianha evidenziato che il dominio complessivo di Tesla sul mercato dei veicoli elettrici negli Stati Uniti è scesodal 79,4% nel 2020 al 65,4% alla fine del 2022, mentre secondo quanto riportato daBusiness Insideril conteggio più recente la colloca intorno al56,5%.
In termini di quote di mercato, si tratta di un calo vertiginoso.
Era destino che accadesse. Finora, Tesla ha goduto di un dominio praticamente incontrastato nelle vendite di veicoli elettrici, grazie al fatto che le case automobilistiche tradizionali si sono adagiate sugli allori e non sono riuscite a reagire al cambiamento più sismico a cui l’industria automobilistica abbia mai assistito.
Ora le cose stanno cambiando e l’arrivo della concorrenza produrrà un grande vantaggio per i consumatori, sia che si tratti di fan di Tesla, sia che si tratti di coloro che desiderano affidarsi a produttori di provata affidabilità o di chi guarda ai mercati asiatici in cerca di alternative più accessibili.
La minaccia dalla Cina
NIO, Xpeng, Zeekr e Wulingsono tutti produttori cinesi sconosciuti ai più che stanno rosicchiando, in modo lento ma graduale, la quota di mercato di Tesla.
Tuttavia è laBYD, sostenuta da Warren Buffet, a rappresentare un vero problema per Elon Musk con la sua Atto 3 che, secondo quanto riportato daElectrek, è stata l’auto elettrica più venduta in Svezia nel mese di luglio. Al contempo i vari modelli economici dell’azienda stanno attirando l’attenzione di un’ampia fascia di utenti che non dispone delle risorse necessarie per acquistare una Tesla ma vuole un EV.
Al momento, Tesla e BYD stanno combattendo per il primo posto tra i venditori di veicoli elettrici a livello mondiale e hanno quote di mercato molto vicine.
Inoltre, il fatto che le industrie automobilistiche europee e americane si siano mosse in ritardo rispetto ai produttori cinesi ha permesso alle aziende del Sol Levante di acquisire un vantaggio che li pone in una posizione di vantaggio. Se nel settore moto i modelli cinesi sembrano ancora (in gran parte) delle “brutte copie” delle moto europee, guardando al segmento EV la Cina può decisamente dire la sua e porsi come concorrente diretta dell’establishment automobilistico occidentale.
In effetti, le prime recensioni di modelli come il lussuosoET5di Nio da parte di Autocar e di altre autorevoli testate automobilistiche sono molto favorevoli e rivelano un livello qualitativo inaspettato. Autocar ha assegnato 4/5 all’EV cinese definendola"bella da vedere e da guidare. Questa nuova arrivata è già una rivale molto valida rispetto alla BMW i4 e alla Tesla Model 3". Abbiamo letto recensioni simili anche rispetto ad altri modelli come la Seal e la Dolphin di BYD, entrambe caratterizzate da un fantastico rapporto qualità-prezzo.La conclusione è cheTesla è stata colta alla sprovvistaquasi quanto le già citate BMW, Mercedes-Benz, Ford e molte altre aziende automobilistiche.
La crescente rivalità con l’Oriente non potrà che costringere Tesla a trovare una risposta, che si tratti di nuovi modelli (oltre al Cybertruck), di una tecnologia rinnovata o di prezzi più concorrenziali. L’alternativa è lasciare il passo agli EV cinesi.
Veicoli elettrici più economici
Al le case produttrici di EV si stanno focalizzando sulla creazione di opzioni EV più convenienti che offrano un buon compromesso in termini di autonomia e qualità costruttiva a un prezzo accessibile alle masse.
Renault ha recentemente annunciato una versione elettrica della Twingo che dovrebbe arrivare nel 2026 a un prezzo di 20.000€ per il mercato Europeo. Nello stesso anno, Kia dovrebbe lanciare la sua EV 2 a meno di 30.000 dollari, mentre l’Avenger elettrica di Jeep, presentata di recente, è stata messa in vendita nel Regno Unito e in Europa a un prezzo di poco superiore a 35.000 sterline / 39.000 euro.
Produrre un’auto elettrica a prezzi accessibili, che sia redditizia per il produttore e al tempo stesso attragga le masse, è l’obiettivo principale di tutti e sarà il principale terreno di scontro nei prossimi anni. Tesla ha già dichiarato di voler entrare nel mercato delle auto elettriche a prezzi accessibili lanciando un modelli entry level da 25.000€ che si collocherà al di sotto dell’attuale Model 3 e costerà la metà di quest’ultima.Tuttavia, molto dipenderà dal costo delle batterie e delle materie prime necessarie per la loro produzione. Secondo alcune autorità del settore come l’analistaEvan Hartley, negli ultimi mesi i prezzi delle batterie sono diminuiti al punto che"la diminuzione dei prezzi delle celle potrebbe consentire [ai produttori] di vendere veicoli elettrici per il mercato di massa a prezzi comparabili a quelli dei veicoli con motore a combustione interna, con lo stesso margine, migliorando l’attrattiva della transizione verso i veicoli elettrici sia per i consumatori che per le case automobilistiche".
Rete di ricarica allargata
La crescente pressione subita da Tesla l’ha spinta a muoversi in altri mercati chiave del mondo EV. Per cominciare, l’azienda di Musk ha iniziato a vendere la sua tecnologia Supercharger ai fornitori di ricarica per veicoli elettrici.
L’offerta di questi sistemi di ricarica rapida con marchio bianco e pronti all’uso ha già ottenuto accordi per centinaia di milioni di dollari da aziende del calibro di BP e EG Group, entrambe destinate a installare centinaia di stazioni Supercharger nel Regno Unito, in Europa e in Nord America. Questo rappresenta un’ottima prospettiva per tutti i proprietari di veicoli elettrici.
Poiché la maggior parte dei governi è in ritardo rispetto alle quote di installazione delle prese di ricarica per veicoli elettrici che si sono autoimposti, Tesla potrebbe trarre un profitto considerevole offrendo un hardware affidabile e pronto all’uso.
La rete di Supercharger Tesla è tutt’altro che perfetta, ma è più solida rispetto alle offerte rivali delle varie start-up, è spesso la meglio mantenuta e la più facile da usare. Inoltre, ce ne sono semplicemente di più, visto che Tesla si è impegnata a installare i suoi Supercharger molto prima dell’adozione di massa dei veicoli elettrici.
Il fatto che Tesla offra la sua tecnologia come soluzione quasi plug and play significa che un maggior numero di fornitori di energia, proprietari di centri commerciali, parcheggi e persino catene alberghiere potrebbero decidere di acquistare le stazioni di ricarica in blocco.
L’azienda di Musk è anche uno dei principali attori nel settore dell’energia e offre soluzioni di accumulo a batteria plug-and-play simili a quelle di Powerwall e Megapack.
Detto questo, le stazioni di ricarica pubbliche con capacità di accumulo di energia solare e batterie sono solo la punta dell’iceberg e potrebbero contribuire a colmare alcuni dei difetti che attualmente affliggono la rete.
Obsolescenza programmata?
Tesla, con il suo sistema di infotainment connesso, ha introdotto nel mondo dell’auto i"servizi automobilistici", ovvero funzioni a pagamento che i clienti possono attivare attraverso il touchscreen del veicolo. In pratica una volta acquistata l’auto nella sua versione “base” è possibile effettuare degli upgrade per attivare delle funzioni premium.
La maggior parte dei pagamenti avviene tipicamente tramite un piano di abbonamento, aumentando il flusso di cassa di Tesla su base mensile.
Nel 2022, il secondo segmento di entrate di Tesla è stato quello dei “servizi”, che ha portato 6,1 miliardi di dollari nelle casse dell’azienda di Musk con un aumento del 60% rispetto all’anno precedente, secondo i dati di Tesla. (fonte:Business Insider)
Anche diverse case automobilistiche tradizionali, tra cui BMW e Mercedes-Benz, hanno esplorato questo modello e si prevede che molte altre lo faranno in futuro. Se implementato correttamente, questo modello potrebbe far scendere il costo dei veicoli elettrici “entry-level”, con offerte semplici che rappresenterebbero un punto d’ingresso più economico nel segmento EV.
I clienti potranno scegliere di abbonarsi a funzioni come i sedili riscaldati o di sbloccare le funzionalità di gioco attraverso il sistema di infotainment.
Tuttavia, questa dipendenza dal software e dagli aggiornamenti via etere (OTA) ha portato molti addetti ai lavori, tra cui chi scrive, a riflettere sulla durata dei moderni veicoli elettrici. Verranno aggiornati fino a un certo punto per poi essere abbandonati nell’oblio come l’iPad di 10 anni fa che conserviamo in un cassetto della scrivania?
Si tratta di una preoccupazione molto reale, che attualmente influisce sul valore attribuito dei veicoli elettrici.
Assicurazioni meno costose con la raccolta dati
Uno degli argomenti di discussione più pertinenti tra gli attuali proprietari di veicoli elettrici è la spinosa questione dell’assicurazione.
Il punto è che i veicoli elettrici sono costosi da assicurare. Il prezzo d’acquisto è elevato, le batterie danneggiate sono costose da riparare (perché pochi sanno come farlo) e le prestazioni dei motori elettrici sono intrinsecamente elevate.
Tesla ha colto la palla al balzo e, approfittando della confusione che circonda la sua tecnologia Auto-Pilot e Full Self Driving, ha optato per delle politiche molto aggressive sui contratti assicurativi dei suoi EV.
Ma quando i proprietari di Tesla hanno iniziato a lamentarsi dei prezzi delle loro polizze, Musk ha preso in mano la situazione creando la sua compagnia assicurativa.Dato che le sue auto raccolgono una quantità insondabile di dati durante ogni sessione di guida, Tesla è in grado di fornire premi in base al comportamento dei singoli conducenti sulla strada.
“Utilizziamo la tecnologia esistente nei nostri veicoli per tracciare il vostro comportamento di guida in tempo reale, senza bisogno di hardware aggiuntivo”.
Ma come funziona? I clienti si iscrivono tramite l’app interna di Tesla, che presenta un punteggio di sicurezza (attualmente in fase beta). L’applicazione prende quindi i dati dai vari sensori di bordo del veicolo per determinare un Safety Score mensile, che determina il premio del mese successivo.
Anche se non è una novità assoluta, visto che i dispositivi di telemetria sono stati utilizzati dalle assicurazioni nel tentativo di abbassare i premi, è inedito che una casa automobilistica voglia assicurare solo le proprie auto.
“Quando si fornisce un’assicurazione specifica per un veicolo, si possono controllare più strettamente i costi relativi e si può vedere il rischio assoluto che gli acquirenti o gli utenti offrono, e quindi si può offrire un prodotto più personalizzato che può essere più competitivo di un assicuratore generale”, ha dichiarato Matthew Avery di Thatcham Research in un’intervista rilasciata aWired.
Più dati Tesla raccoglie sui suoi conducenti, più può cercare di ridurre i premi per i suoi proprietari. Secondo lo specialista statunitense di assicurazioni e carte di creditoValuePenguin, I prezzi assicurativi di Tesla sono fino al 49% più bassi rispetto a quelli proposti dalle principali assicurazioni nei vari stati USA.
L’offerta di Tesla è tutt’altro che perfetta, visto che alcuni dei primi clienti si sono lamentati diun’assistenza clienti scadente, lunghi tempi di attesa per le riparazioni e ritardi nei rimborsi a seguito di incidenti. Tuttavia, questo sistema ha il potenziale per essere adottato da altri produttori di EV dato che la maggior parte dei veicoli moderni è dotata dei sensori e della connettività necessari per fornire la mole di dati richiesta.
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Marco Silvestri è un Senior Editor di Techradar Italia dal 2020. Appassionato di fotografia e gaming, ha assemblato il suo primo PC all’età di 12 anni e, da allora, ha sempre seguito con passione l’evoluzione del settore tecnologico. Quando non è impegnato a scrivere guide all’acquisto e notizie per Techradar passa il suo tempo sulla tavola da skate, dietro la lente della sua fotocamera o a scarpinare tra le vette del Gran Sasso.
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