Stati Uniti, Cina, tecnologia: le fabbriche via da Taiwan (ma solo un po')

MediaTek sta lavorando per spostare la produzione dei microprocessori altrove

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Non è passato molto tempo da quando abbiamo descritto la situazione in cui versaTaiwan, stretta tra una morsa che vede da una parte laCinae dall’altra gliStati Uniti. I primi puntano ad inglobare l’isola sotto il loro governo, mentre i secondi temono per i loro interessi.

Le ragioni della Cina hanno basi storiche, poiché Taiwan è l’isola in cui si è rifugiato il governo cinese dopo la sconfitta subita dall’avanzata rivoluzionaria di Mao Tse Tung e rappresenta tutt’ora una minaccia per il partito comunista. Tuttavia, nel corso del tempo, Taiwan si è trasformata, assumendo un’importanza economica a livello globaleche non può essere trascurata.

L’isola è infatti quello che potrebbe essere definito come “il polmone” dei microprocessori del mondo e ospita alcune delle più grandi aziende produttrici dismartphone,tablet,PC,smartwatche molto altro, come Asus, MediaTek e TSMC. Allo stesso modo, Taiwan ospita anche le aziende produttrici deiprocessori, elemento chiave della catena che porta al prodotto finale.

Proprio dalCEO di MediaTek Rick Tsai, sono giunte di recente importanti notizie in merito al futuro della catena produttiva.

Il futuro della produzione dei microprocessori

Il futuro della produzione dei microprocessori

Rick Tsai è stato molto chiaro nella sua dichiarazione: “I principali produttori di dispositivi necessitano di avere a disposizione rifornimenti da diverse fonti, come gli Statit Uniti o la Germania e l’Europa”. In poche parole, le aziende stanno cercando dispostare la produzionedei processori al di fuori della zona calda.

Tsai ha precisato che già in passato alcune componenti venivanoprodotte in altre aree, per esempio da GlobalFoundries Inc. che possiede sedi negli Stati Uniti e Singapore. Ne consegue che MediaTek stia guardando in particolare agli Stati Uniti e alla sede di TSMC in Arizona, ma non solo: l’azienda di Tsai produrrà anche tramite il supporto della sede irlandese diIntel.

Il processo sembra dunque estendersi al di là di una soluzione temporanea ma, come lo stesso Tsai precisa,èimpensabile spostare l’intera produzionefuori i confini di Taiwan.

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