iPhone 13, crolla la produzione per la carenza di chip
Sembra che Apple sia stata costretta a produrre 10 milioni di iPhone 13 in meno
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Le spedizioni diiPhone 13potrebbero subire un altro colpo a causa della carenza di chip: sembra cheAppleabbia tagliato la produzione di 10 milioni di unità per la mancanza di componenti.
La crisi è stata provocata dalla pandemia di COVID-19 e ha avuto conseguenze sulla disponibilità diPS5, auto e altrismartphone, nonché degli iPhone. Apple prevedeva di produrre 90 milioni di unità, inclusiiPhone 13 mini,iPhone 13 ProeiPhone 13 Pro Max, ma i fornitori, come Broadcom e Texas Instruments, faticano a consegnare i componenti, secondoBloomberg.
Quali conseguenze per Apple?
Il taglio di 10 milioni di unità potrebbe ridurre i ricavi di Apple. Considerando i dati di vendita dell’anno scorso, la perdita potrebbe arrivare a 7,2 miliardi di dollari.
A fine 2020, le vendite di iPhone ammontavano a 65 miliardi di dollari. Secondo IDC, Apple ha venduto 90,1 milioni di unità in quel periodo, come riportato daCNBC.
Se Apple avesse venduto 10 milioni di iPhone in meno a quel tempo, un calcolo veloce e approssimativo riporterebbe una perdita di 7,2 miliardi. È una stima approssimativa e non tiene conto dell’effettivo comportamento dei consumatori.
C’è da dire che le vendite per il 2021 si attestano su valori positivi, con aumenti che vanno dal 18% (primo trimestre 2021 vs 2020) al 50% (terzo trimestre 2020 vs 2021), dunque resta da vedere quale impatto avrà il taglio sulle festività. Dobbiamo attendere il report sui ricavi del quarto trimestre 2021, il 28 ottobre 2021.
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David is now a mobile reporter at Cnet. Formerly Mobile Editor, US for TechRadar, he covered phones, tablets, and wearables. He still thinks the iPhone 4 is the best-looking smartphone ever made. He’s most interested in technology, gaming and culture – and where they overlap and change our lives. His current beat explores how our on-the-go existence is affected by new gadgets, carrier coverage expansions, and corporate strategy shifts.
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