Gli algoritmi di Google e Meta non resteranno segreti a lungo
Il nuovo Digital Services Act dell’UE costringerà i giganti tech a rendere ispezionabili gli algoritmi proprietari
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La Commissione europea è ancora al lavoro sul Digital Services Act, che ha lo scopo di monitorare le azioni dei colossi tecnologici statunitensi.
L’UE hafinalizzatoil DSA venerdì scorso, dopo 16 ore di negoziazioni, rivelando come funzionerà l’apparato legislativo e a quali aziende si rivolgerà.
“L’epoca delle grandi piattaforme online che si comportano come se fossero ‘troppo grandi per preoccuparsi’ sta per finire”, sostiene Thierry Breton, membro della Commissione per il mercato interno.
Il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dichiarato che il DSA “potenzierà le regole fondanti per tutti i servizi online in UE”.
“Metterà in pratica il principio secondo cui ciò che è illegale offline deve esserlo anche online. Maggiori sono le dimensioni, maggiori saranno le responsabilità delle piattaforme online”, ha dichiarato aThe Verge.
Sebbene l’UE non abbia ancora pubblicato il testo definitivo del DSA, i dettagli divulgati mostrano come Meta,Googlee altre aziende dovranno aprire i propri algoritmi relativi ai consigli, ovvero quelli sottesi alla personalizzazione dei feed in base ai singoli utenti, affinché siano sottoponibili a ispezioni.
Le piattaforme dovranno anche offrire delle alternative ai feed basati sugli algoritmi, dunque con la possibile reintroduzione dei feed cronologici, come annunciato di recente daInstagram.
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L’UE amplia la propria portata
Di base, l’obiettivo del DSA è sottoporre a regolamentazione i colossi tecnologici con sede negli Stati Uniti, e che per questo motivo sono rimasti a lungo fuori dalla portata dell’UE, nonostante i numerosi tentativi di imporre sanzioni e limitarne le attività da parte dell’Unione europea stessa.
Il DSA conferisce all’UE il potere di comminare multe molto pesanti ed escludere i servizi che vengono percepiti come in violazione degli obblighi in materia di moderazione dei contenuti, pubblicità mirata e molto altro.
Questo impianto normativo segue ilDigital Markets Act, che ha l’obiettivo di sottoporre a controllo le cosiddette aziende “gatekeeper” che offrono servizi di marketplace in UE.
Sebbene la possibilità di ispezionare gli algoritmi sembri un passo positivo, almeno in teoria, resta da vedere la fattibilità della proposta dell’UE, in particolar modo considerando che non è ancora visibile il testo definitivo del DSA.
E sono già arrivate le prime critiche, come quella da parte di Dare Obasanjo di Meta.
Asking tech companies to share how their algorithms work will be the most disappointing outcome from EU’s DSA. “We show people the photos & videos other users have liked & commented on the most” isn’t a diabolical plan but instead it’s human nature that does all the leg work.April 24, 2022
Reading about how Telegram is full of bad people because there’s no recommendation algorithm that lets you know there are groups of racists on the app.This is a funny contrast to the EU deciding the big problem is recommendation algorithms.https://t.co/D3ugCrhV19April 24, 2022
Ci sono, inoltre, delleprovesecondo cui gli utenti standard non sarebbero insoddisfatti dal comportamento di Google e simili, come invece sottinteso dalle nuove proposte e da quanto dichiarato nell’ambito della CE.
Il DSA entrerà in vigore non prima del 1° gennaio 2024, ma la data di partenza dipenderà dal momento in cui le nuove regole verranno convertite in legge tramite votazione.
Max Slater-Robins has been writing about technology for nearly a decade at various outlets, covering the rise of the technology giants, trends in enterprise and SaaS companies, and much more besides. Originally from Suffolk, he currently lives in London and likes a good night out and walks in the countryside.
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